La biodiversità o diversità biologica, è l’insieme delle varietà di specie animali, vegetali, funghi e microorganismi che sono presenti nel nostro pianeta. L’interazione tra queste varietà è un equilibrio tanto delicato quanto importante per la sopravvivenza dell’ecosistema terrestre. Una sorta di catena della vita piena di forze ed equilibri come solo la natura più creare.
Forse il modo per comprendere la biodiversità in Italia, più semplice e diretto è quello che ci veniva insegnato quando eravamo piccoli. In pratica chi mangia chi, o che cosa?
E’ come guardare un documentario sulla natura dove nel bene nel male tutto ha un equilibrio. Dalla tigre all’alga. E dove ognuno ha un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’altro. E dove più è lunga questa catena e più è florida la vita.
Per la terra questo fattore è molto importante. In quanto la moltitudine di specie è necessaria per l’evoluzione delle stesse. Quali sono i tre tipi di biodiversità? Si possono suddividere in tre fattori.
Ecosistema, specie e diversità di patrimonio genetico. Quando, come in questo momento storico, sono stati apportati danni all’ambiente anche a livello territoriale, sarà tutto l’ecosistema ad esserne danneggiato.
Cause della perdita di biodiversità, sono il danneggiamento dell’habitat delle specie, specie introdotte non presenti, inquinamento, sovrappopolazione, consumo eccessivo delle risorse.
Il nostro pianeta si è avviato ad una inesorabile impattante estinzione. In questo momento circa un quarto dei mammiferi, il 40% degli anfibi ed il 30% degli squali e delle razze a rischio estinzione.
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Che cos’è la biodiversità e perché è importante?
L’uomo giornalmente sfrutta circa 40.000 anelli di questa catena fatta di specie. Rompere o modificare l’equilibrio di questa catena, o diversità biologica, ha già avuto un impatto sul clima, cibo, medicine e vestiti. E sulle molte specie non più presenti sul nostro pianeta. Che avevano, come tutte un ruolo ben definito nell’ecosistema.
Che cos’è la biodiversità in parole semplici? Sono quattro i principali benefici per l’uomo portati da una fiorente strategia nazionale per la biodiversità: nutrizionali, culturali, salutari ed inerenti al clima. Gli ecosistemi equilibrati svolgono un ruolo fondamentale per l’uomo. Fornendo risorse come acqua, cibo, energia ed un assorbimento naturale del carbonio.
La tutela della biodiversità contribuisce quindi apportando delle risorse quantificabili come il doppio del prodotto interno lordo mondiale. Come dire..alla faccia della sostenibilità!!!
Senza tenere conto della bellezza tu tutte le specie. Alla base degli ecosistemi efficienti ci sono la diversità genetica, utile in agricoltura per migliorare o proteggere gli alimenti. E la diversità biologica utilizzata per delle soluzioni che si basano sull’equilibrio della natura e non, come nel primo caso, sulle modifiche genetiche.
Quali sono le minacce della diversità biologica?
Secondo IPBES, Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, sono cinque i fattori che impattano sulla conservazione della biodiversità, uso massiccio del suolo e del mare, sovrasfruttamento, cambiamenti climatici, inquinamento e specie invasive.
Tutti questi fattori, hanno già impattato e rischieranno di impattare di più sul sano equilibrio del nostro pianeta. E tutti sono il frutto delle politiche volte alla quantità e crescita economica a scapito della sostenibilità. Vediamoli nel merito:
- Uso massiccio della terra e del mare – oltre un terzo della superficie terrestre è utilizzato per scopri agricoli e zootecnici. Sono state una forte e massiccia deforestazione per profitto. A scapito delle foreste, aree umide e del pianeta. Molte zone ricche di biodiversità sono state deturpate dall’urbanizzazione selvaggia o l’estrazione del sottosuolo. Così come le coste marine. Sfruttate per allevamenti ittici intensivi in mare aperto e pesche a strascico.
- Sovra sfruttamento della fauna – Come sopra. Ma in questo caso non ci si riferisce agli allevamenti. Ma alla pesca e caccia intensiva senza regole. Che ha portato talune specie sull’orlo dell’estensione.
- Cambiamento climatico – E’ sull’occhio del ciclone ma… ancora non ci siamo. L’innalzamento climatico dato dall’inquinamento e dalla deforestazione, anche in questo caso stanno facendo sparire molte specie. Favorendo quelle meno sensibili come insetti e parassiti.
- Inquinamento – Inquinamento di vario genere, dai rifiuti, alle plastiche che ormai ci mangiamo, materiali monouso, aria, acqua e chi più ne può ne metta. Utilizzi massicci di pesticidi, e varie sostanze chimiche contaminanti, idrocarburi. Sempre a discapito di questa diversità biologica di cui ci nutriamo. Ricorrendo ciò che dovrebbe nutrirci.
- Specie invasive – Sono quelle specie introdotte che rompono la catena della diversità. Scombinando gli equilibri naturali. Gli unici corretti. Un esempio ne è l’invasione del granchio blu nel bacino del Mediterraneo.
Biodiversità e cambiamenti climatici: che cosa possiamo fare?
Tutti possiamo fare qualcosa. E siamo arrivati al punto che tutti dobbiamo fare qualcosa per l’ecosistema. Deve essere mutato il pensiero delle persone. La salvaguardia della biodiversità non è una moda. ma è la vira del pianeta.
Sono molte le organizzazioni che hanno allargato la visione dietro alle raccomandazioni in tema ambientale. Deve essere allargata la visuale. E’ veramente inutile produrre di più ed in modo impattante, quando il maggior profitto servirà per cerare di tappare i buchi degli errori.
Quindi partendo dalla singola persona c’è bisogno di una consapevolezza che spesso all’umo manca. Una cultura e consapevolezza ambientale. E che probabilmente è mancata anche a chi prima di noi, si trovata in cima alla catena alimentare.
Aiutare i vari livelli di biodiversità, significa implementare delle politiche che abbattano gli impatti, che ‘pareggino’ quelli impattanti. Avere coscienza del ciclo di vita dei prodotti, e dell’impronta ambientale. Per poter adottare azioni a sostegno di ciò che ci circonda.
Anche i governi ed i consumatori possono partecipare. Facendo scelte consapevoli e promuovendo azioni in favore spesso del ‘non fare’ che del fare. Informando, promuovendo, favorendo quelle realtà che dimostrino interesse in ciò che ci circonda. Per esempio, acquisti da realtà che adottano politiche ambientali.
Informarsi sulla presenza di attestazioni che diano evidenza dell’impegno delle organizzazioni. Come per esempio la presenza di certificazioni ambientali ISO 14001, EMAS, ISO 50001, politiche di pareggiamento del carbonio o di valutazione per migliorare l’impronta ambientale sul pianeta.
Utilizzo di energie rinnovabili, di materiali per il confezionamento sostenibili, e di un’attuazione di economie circolari a favore del riciclo e riuso. Perché il mondo non è nostro e farne parte in egual misura ci rende unici come tutte le altre specie che fanno parte di questa diversità.
Cosa si sta muovendo a protezione del pianetà?
Alla base del ‘cambiamento’ di pensiero, c’è l’agenda per lo sviluppo sostenibile 2030 dell’ONU. Confermato anche dagli impegni del COP 27 che puntano al pareggiamento della CO2 per in 2050.
Che in Italia sono inseriti nel PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, una visione volta alla transizione ecologica che avrà un focus, sull’efficienza strutturale, la diminuzione dell’utilizzo di energie provenienti da metodiche inquinanti, a favore dell’utilizzo di energie rinnovabili e sostenibili.
Il miglioramento della mobilità sostenibile, ed una nuova visione del settore primario, che ha avuto impatti importanti sull’ambiente.