Il rischio interferenze nei luoghi di lavoro, identifica quelli che possono essere i pericoli, provieniti da fattori esterni all’organizzazione, ma che per determinati processi, possono entrare a farne parte, e che possono averne impatti, sulla salute e sicurezza dei lavoratori.
Per esempio, l’ingresso nelle strutture aziendali, di figure non contemplate nei processi, propone un nuovo rischio, il rischio interferenze nei luoghi di lavoro, appunto, e come tale richiede la necessità di valutazione.
Cosa accade quando in un’organizzazione entrano delle figure “estranee”? Per estranei intendiamo: fornitori, visitatori, clienti, ospiti. Realtà che prestino servizi qualificati di manutenzione, pulizie, disinfestazione , oppure organi di controllo e certificazione.
In definitiva tutte le figure estranee all’organizzazione, che possono avere un impatto sulla salute e sicurezza sul lavoro, potenzialmente interferendo con le ordinarie operazioni di lavoro.
E anche se non appartenenti alle catene di responsabilità aziendali, rendono necessaria l’effettuazione della valutazione e la gestione delle interferenze nei luoghi di lavoro.
La norma di certificazione ISO 45001, richiede la valutazione dell’impatto della catena di fornitura, sui requisiti per la prevenzione degli infortuni. Perché, un’interferenza, può generare accadimenti, e situazioni di pericolo, che possono generare incidenti.
Ma come possono queste figure avere un impatto su tali requisiti? Tutte le attività che avvengono in un’azienda, sono state valutate secondo i rischi applicabili ai processi, macchinari, materiali utilizzati e ambienti di lavoro. Ma deve essere considerata anche la gestione delle interferenze.
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Rischio interferenze nei luoghi di lavoro: come si procede?
Per poter avere una corretta gestione del rischio interferenze nei luoghi di lavoro, e analizzare i possibili scenari, ci viene in aiuto l’articolo 26 del D. Lgs. 81/2008 “Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione”. Nel caso di lavori in appalto, che prevedano la presenza di lavoratori esterni in azienda, il datore di lavoro committente deve effettuare preventivamente tutta una serie di attività in ambito di salute e sicurezza sul lavoro ma non solo:
- Verificare l’idoneità tecnico professionale dei fornitori in relazione ai lavori, da effettuare, sulla base del certificato iscrizione alla CCIAA e delle dichiarazioni rese dal datore di lavoro della ditta appaltatrice;
- Elaborare un documento di valutazione della gestione delle interferenze, non obbligatorio nel caso di lavori della durata inferiore a cinque giorni dove non ci siano rischi particolari o di lavori intellettuali;
- Fornisce le informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati a operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività;
- Nel caso di lavorazioni complesse, nominare un preposto che possa essere il riferimento degli appaltatori.
Gestione delle interferenze: quali sono gli obblighi?
In generale il datore di lavoro committente, promuove la cooperazione, e la gestione del rischio interferenze nei luoghi di lavoro, tra i datori di lavoro appaltatori al fine di attuare le misure di prevenzione e protezione dei rischi valutati nell’oggetto dell’appalto.
Spesso si può anche organizzare una riunione di gestione organizzativa, per meglio definire alcuni dettagli, raccordarsi su spazi, tempi ed emergenze. È d’obbligo un chiarimento per quanto riguarda l’elaborazione del DUVRI: tale documento è fondamentale per la gestione delle interferenze e per l’organizzazione delle lavorazioni.
Il datore di lavoro dovrà comunque effettuare la verifica di idoneità professionale, richiedere le dichiarazioni dagli appaltatori. Troppo spesso i lavori di poca durata vedono la assoluta mancanza di gestione del rischio interferenze, che invece andrebbe comunque valuta e affronta anche nel caso di lavori non contemporanei.
L’articolo 26 del testo unico salute e sicurezza sul lavoro, detta i requisiti obbligatori però esclusivamente del lavoro in appalto, e non la gestione delle interferenze nella totalità; spesso nelle aziende hanno accesso esterni, che non hanno contratti di appalto con l’azienda. Come comportarsi?
Il datore di lavoro, ha comunque la responsabilità delle persone all’interno dei luoghi di lavoro sotto il proprio presidio; alla luce di questo sarà necessario gestirne la presenza ed effettuare la gestione del rischio interferenze.
Le attività da effettuare, per una corretta gestione del rischio interferenze, sono quelle di registrare l’ingresso di tali persone in veste di visitatori (clienti, …), informarle sui rischi degli ambienti che visiteranno/occuperanno durante la loro permanenza, indicar loro i riferimenti e le procedure in caso di emergenza; una soluzione che viene adottata da alcune aziende è quella di accompagnare in ogni momento gli esterni, in modo da poter realmente presidiare il tempo che essi passano in azienda.
Un po come accade nelle aziende alimentari, per l’accesso in azienda.
Il concetto fondamentale è che il datore di lavoro deve analizzare ogni situazione che avviene negli ambienti di lavoro che presidia e di cui ha responsabilità, ivi comprese le visite di esterni e le attività effettuate da lavoratori dipendenti da altre aziende.
Un ottimo strumento per analizzare e scadenzare tutti gli obblighi per la salute e sicurezza sul lavoro, soprattutto in ambienti dove le figure sono intersecate da più datori di lavoro, è avere implementato un sistema di gestione integrato qualità, ambiente e sicurezza.