Cos’è l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è la scienza che dovrebbe simula i processi dell’intelligenza umana da parte di software, macchine e sistemi.

Notevolmente utilizzata, sta lentamente coinvolgendo anche il settore produttivo, basti guardare i progetti industriali più importanti, che, grazie all’industria 4.0, 4 5.0 stanno influenzando vari settori produttivi e non.

intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale, è uno dei pilastri su cui si basano le ultime rivoluzione industriali, i sistemi basati su di essa, promettono una serie di vantaggi, come il miglioramento dell’automazione e dell’interazione tra uomo e macchina, l’efficienza della produzione, la prevenzione di malfunzionamenti, difetti ed incidenti, a carico del prodotto e delle risorse impiegate.

Non meno importante, la capacità di operare con grandi quantitò di dati in tempo reale permettendo di trovare le migliori soluzioni attuabili. Grazie all’intelligenza artificiale si potranno superare le criticità dovute dalla carenza di competenze specifiche, alla scarsa e lenta capacità decisionale, tutto a favore dell’efficienza aziendale.

Ma come si dice, non è tutto oro, quel che luccica. Ci vorrà del tempo prima che l’innovazione e l’voluzione sarà reale. Il tempo necessario per adeguare il tessuto aziendale del nostro paese. Così come avviene per un’altra rivoluzione, correlata a questa, quella della transizione ecologica.

Siamo pronti a questa rivoluzione? Quali sono i contesti dove è più interessante l’adozione dell’intelligenza artificiale? Quali sono gli ostacoli della sua adozione? Nel seguente articolo proveremo a rispondere a queste domande.

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AI Intelligenza artificiale: siamo pronti?

Cos’è necessario sapere per l’intelligenza artificiale? Quando sentiamo parlare di intelligenza artificiale, spesso, l’ambito è quello dell’elettronica, degli algoritmi di Google, o dei software in genere.

I principi non cambiano. Questo strumento da la possibilità di raccogliere, analizzare, formando risposte ed azioni, molto più velocemente, rispetto alla mente umana.

Parliamo ovviamente di velocità, ed i suoi ragionamenti, si basano su strutture informatiche, create dall’uomo per questa attività settoriale. Quindi calma, non stiamo effettuano una recensione al film ‘Io Robot‘, e neppure parlando di quanto sia interessante utilizzare strumenti come ChatGPT, Claude ai, Deepseek.

Ma le organizzazioni sono pronte a questa rivoluzione, visto, che viene adesso adottatati all’incirca da solo il 10% delle stesse? Ci sono due fattori che devono essere considerati.  Il primo è considerare se le organizzazioni possono essere pronte a riprogettare interamente i propri flussi e processi.

Il secondo è se, all’interno di esse, possono esserci figure competenti a questo scopo. Sarà fondamentale, quindi, non puntare alla modifica di talune fasi, ma sarà necessario riprogettare totalmente la propria organizzazione.

Dal punto di vista economico, ci sono molti aiuti in questo senso, fondi agevolati, per supportare le organizzazioni verso questo cambiamento.

Quali settori adottato l’intelligenza artificiale?

Attualmente sono 10 i settori che adottano l’intelligenza artificiale con più frequenza:

  • Settore automobilistico. Sono molte le applicazioni inerenti ai veicoli autonomi, o nei sistemi di sicurezza degli automezzi, per migliorare e velocizzare la risposta a situazioni ed avversità;
  • Bioscienza e medicina. La sua applicazione può permettere di simulare sintomi e o reazioni umane a determinati fattori. Effettuare operazioni con estrema precisione;
  • Web. Utilizzati sul web, sono vari tipologie di algoritmi, basati sull’intelligenza artificiale, fondamentali per la raccolta dei rati, e per offrire la più specifica esperienza d’uso per l’utente, sulla base di quanto raccolto, sulle ricerche, gusti, ed altro;
  • Dati. Miglioramento della capacità di gestione di grandi quantità di informazioni sia per i Big Data che per le grandi organizzazioni. Tutto ciò a favore della fruibilità delle informazioni;
  • Istruzione. Migliorare le capacità di apprendimento dei discenti;
  • Finanza. Migliorare le previsioni per fornire consigli finanziari più in linea con gli indici;
  • Giochi. Adottare l’esperienza d’uso durante un gioco, personalizzandolo all’utente;
  • Sanità. Migliorare il rapporto e l’assistenza con i clienti in questo ambito;
  • Domotica. Migliorare la gestione innovativa di taluni elettrodomestici, dal punto di vista casalingo, ma utilizzato anche a grande spettro nelle città, come per esempio la gestione dell’illuminazione, traffico, ed altro;
  • Informazione. Migliorare la reperibilità di informazioni utilizzando strumento come ChatGPT, Bing Ai, Google Bard.

Senza considerare tutte quelle organizzazioni, in vari ambiti, che han già terminato il processo di implementazione della gestione dei processi basati sull’intelligenza artificiale.

La potenza di calcolo, ha contribuito all’adozione di sistemi ed attrezzature robotiche sempre più intelligenti,  capaci di raccogliere ed estrarre dati, riconoscere modelli, apprendere e adattarsi a situazioni ed ambienti, attraverso l’intelligenza artificiale, l’apprendimento e il riconoscimento vocale, visivo ed uditivo.

Intelligenza o mediocrità artificiale?

Ultimamente lo snodo è proprio questo. Le soluzioni che può trovare un consulente ad esempio possono essere sostituite da una intelligenza artificiale? Email piene di aziende che propongono le loro innovazioni per poter trasferirsi a Dubai mentre una AI può fare tutto il lavoro al posto tuo.

Per poter rispondere si deve fare un passo indietro e valutare alcuni punti fondamentali:

  1. L’intelligenza umana è una capacità complessa e multifattoriale che comprende diverse abilità cognitive, emotive e sociali. Ragionamento, problem solving, apprendimento, esperienza, creatività, emozioni, linguaggio, comunicazione, pensiero Critico, adattabilità e consapevolezza, sono alcuni fattori che la determinano.
  2. Le mode. Le mode han riempito i canali di comunicazione e ciarlatani a vario titolo nel tempo. All’inizio ci fu l’internalizzazione, poi la digitalizzazione, la robotica, l’industria 4.0, l’industria 5.0, la parità di genere, l’inclusione, la sostenibilità, ecce cc.
  3. Competenza. La competenza è l’unione della formazione, addestramento e esperienza in una attività.

Un unico punto comune. Professionisti illustri che ricercano fondi strutturali per fare guadagno a basso costo. Non credo che nessuno si sia dimenticato il giochetto dei produttori di mascherine nel covid nati dal nulla. Risultati? Imbarazzanti.

Questo vuol dire che le AI non servono? No non vuol dire questo, ma significa in un mondo che ricerca sempre la via più facile, più veloce, composto di popoli sempre più ignoranti, che l’intelligenza artificiale non è quello che molte persone pensano

Il mondo vive sul web. Il web negli ultimi anni ha avuto una evoluzione importante rispondendo all’intento di ricerca delle persone. Siamo passati dal creare contenuti secondo una strategia aziendale al piegare tali contenuti alla parola magica, a quello che persone, spesso in difficoltà e di basso livello culturale ricercano.

In pratica soprattutto nell’ultimo anno le prime pagine sono piene di contenuti furbi ma che danno poca sostanza. Oltre che a vera propria m….a, visto che molti siti monetizzano con il traffico che siano realmente utili o meno.

Se la paghi due soldi vale due soldi

I dati dei sistemi di intelligenza artificiale ‘sociali’, quelli a disposizione di tutti, si basano su ricerche, dati e valori raccolti dalle prime pagine di ogni intento di ricerca sul web. Chi utilizza Google, chi utilizza Bing e così via.

L’intelligenza artificiale a basso costo in realtà non ragiona, ma restituisce una risposta sulla base statistica delle prime pagine di ricerca web rispetto a quanto domandato.

Tanta roba….In pratica se una domanda su una malattia la fai in una stanza di dottori magari ti va bene, ma se la fai in una stanza di macellai probabilmente finirai in un panino al lampredotto invece che curarti.

Da persona che ha svariate pagine nelle prime posizioni dovrei essere contento no? Questo vuol dire che le risposte che le persone ricercano provengono anche dai nostri siti. Quindi tutto ok.

Vero, ma questa cosa fa pensare. Il mio sito, ad esempio, come quello di altri competitor e compagni di battaglia, è di natura informativa e non fornisce soluzioni, perché per dare soluzioni ci vuole una valutazione effettuata su dati e evidenze rispetto alle competenze di chi la fa. Per le soluzioni ci sono i contratti perché dietro non c’è un collage di risultati a vanvera ma c’è molto di più.

Ultimamente vari clienti mi fanno notare che utilizzano le AI e talvolta sono pure d’accordo. Ad esempio un cliente che deve valutare una gran quantità di dati di un suo server riesce a creare delle statistiche da valutare in pochi minuti. Un altro ha automatizzato attività di fatturazione semplicemente. Due ottimi utilizzi, che però, come nel primo caso, hanno bisogno di chi analizzi i dati in uscita dall’intelligenza artificiale.

In poche parole in un ambiente chiuso, dove ci sono dati in gran quantità da analizzare, utilizzare questi strumenti efficienta le attività che permetteranno di analizzare i risultati per prendere decisioni.

Sottolineo: utilizzare questi strumenti efficienta le attività che permetteranno di analizzare i risultati per prendere decisioni.

Non si parla di avere risposte a verità e prendere decisioni automaticamente. Perché le AI a disposizione dei comuni mortali non ragionano, ma fanno un sunto delle ‘secondo loro’ migliori risposte.

Ritorniamo al mio sito e quello dei miei colleghi, e domandiamoci, se nelle prime 10 posizioni del motore di ricerca i siti sono presso che informativi, che razza di risposte mi fornisce la AI? Risposta: spesso e volentieri imbarazzanti, che non hanno capo ne coda e che ripetono parole come cruciale, inoltre, tuttavia, senza dare nessuna risposta reale.

Imparare a utilizzare e istruire le AI può essere un fondamentale strumento per velocizzare il lavoro ma non può essere preso per oro colato.

Se si va da un dottore, il dottore fa una valutazione del nostro stato includendo analisi e esami per fornirci secondo la sua competenza la migliore cura. La AI fornirebbe probabilmente 10 cure diverse che vanno dal morbillo alla leucemia.

Concludendo le AI possono essere un buon strumento per sfoltire le attività di grosso carico ma non potranno mai sostituirsi alle soluzioni che può darti una figura competente. Quello che trova soluzioni che non esistono.

Ovviamente c’è il mercato e se c’è qualcuno che vende è perché c’è qualcuno che compra. Personalmente ben contento che molti imprenditori utilizzino le AI, è molto carino valutare con gli strumenti le loro risposte, ma valgono come i venditori di servizi a basso costo sul web.

Persone da cui stare alla larga, che avranno sempre una soluzione semplice che non si può comprendere e che è riscontrabile a qualche topic del web.