La leadership aziendale è la capacità di formulare, intraprendere e raggiungere gli obiettivi prefissati, direzioni strategiche, comunicandone e rendendone partecipi gli stakeholder, massimizzandone l’efficienza.
L’Ente di normazione con i suoi tavoli tecnici ha volutamente definito un cambio di passo, a risposta dei rilievi di mancanza di efficacia di taluni aspetti organizzativi aziendali.
Il tessuto organizzativo aziendale, soprattutto quello Italiano, è basato molto su organizzazioni padronali. L’avvicendamento dei ruoli di comando, o di governo, avviene con la sostituzione di talune figure rimpiazzate per eredità.
Questo non potrebbe essere altrimenti in un contesto così. Spesso una unica figura, viene definita come responsabile di un determinato processo, anche se in realtà non lo è, ma così definita solamente perché è il capo.
Questo aspetto mina i principi della buona leadership aziendale, perché c’è una grandissima differenza tra leader e capo aziendale. Quante volte durante le attività di valutazione, e o consulenza, ci siamo ritrovati a visionare un organigramma dove la direzione è ovunque? E quante volte la direzione poi è presente alle riunioni di apertura, o durante gli incontri? Poche.
La risposta più frequente è: ma l’azienda è mia. Il commercialista dice ecc ecc. Le organizzazioni talvolta perdono di vista la direzione e gli obiettivi della loro realtà. E’ forse quello di primeggiare come a Risiko? O forse è quello di creare valore economico e sociale per tutte le parti interessate?
Risposta molto semplice. Con il fatturato si mangia. Essere capitani di una nave senza direzione non da pane. Sono passati anni, dove le vecchie strutture aziendali, ormai fallite, sono state alla base di attività consulenziale, che invece che far migliorare le organizzazioni le han fatte fallire.
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Leadership aziendale: requisiti delle norme
Tra le novità introdotte dalle ultime versioni delle norme sui sistemi di gestione, vi è il concetto di leadership aziendale, ma quale è il suo significato e quali sono le differenze tra leader e capo?
I requisiti per la leadership, sono definiti nel punto 5, nella fase della pianificazione del classico ciclo PDCA. E perché questo? Perché in questo capitolo, dopo aver definito contesto e parti interessate, il management aziendale pone e definisce uno stato di intenti sugli obiettivi da raggiungere.
Chi viene dal mondo alimentare, era già abituato a questo. Infatti gli standard BRC, ed IFS, per esempio, richiedono di definire dei veri e propri stati di intenti aziendali. Ma come può un’organizzazione dare dimostrazione della propria leadership? Vediamo i punti salienti generali da seguire per assolvere il requisito:
- Impegno: l’organizzazione dovrà definire le risorse tecniche, umane ed economiche, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi e per il corretto funzionamento del sistema e dei processi;
- Politica: documento che definisce lo stato di intenti rispetto ai requisiti, a seconda delle norme adottate, potrà avere un focus sui requisiti specifici della norma o standard per esempio: sui clienti, sull’ambiente, sulla sicurezza alimentare, dati, o sicurezza sul lavoro. Condizionamento dal focus deve definire l’impegno dell’organizzazione pro attivo e l’efficienza aziendale;
- Comunicazione: un’azienda leader comunica e condivide, quanto dichiarato, sia all’interno che all’esterno della propria organizzazione;
- Partecipazione: aspetto importante. Quanto dichiarato deve ricevere la partecipazione di tutte le parti interessate interne. Un aspetto molto legato alla salute e sicurezza. Ma la partecipazione attiva delle risorse, secondo noi, è fondamentale per ogni requisito;
- Ruoli: La definizione della struttura gerarchica ed organizzativa per il corretto funzionamento dei processi.
Il requisito, ovviamente, richiede anche di definire la frequenza di revisione degli stati di intenti, che generalmente viene effettuata durante il riesame della direzione con il management.
Assolvere a questo punto norma, non significa solamente essere in compliance durante un audit di valutazione. Ma permetterà di collegare efficacemente la fase di definizione del contesto aziendale, con la fase di valutazione dei rischi ed opportunità, avendo ben identificato la direzione strategica aziendale.
Quali sono le caratteristiche del leader aziendale?
Come abbiamo visto, l’introduzione dei principi sulla leadership aziendale, viene richiesta da tutti i sistemi di gestione HLS. Avere dei buoni leader aziendali, una struttura di management, sarà fondamentale per avere un ambiente aziendale positivo, efficiente e consapevole. In che modo la leadership influisce nel miglioramento aziendale:
- Analisi. Il leader dovrà avere una buona capacità di analisi delle risorse umane, interne ed esterne. Non può solo affidarsi a cose del genere, ingegnere o biologo. Sono utili certo. Ma dovrà avere la capacità di verificare se una risorsa potrà essere compatibile coerentemente con il contesto. Lo stesso deve valere sui processi aziendali. Saper fare e farsi le giuste domande
- Competenza. Tra le differenze tra leader e capo c’è anche questa. Il leader non deve essere tuttologo ovvio, ma deve essere competente in quello che fa e nell’organizzazione in cui lo fa per instaurare fiducia. Focus
- Partecipazione. Una delle più grandi differenze tra leader e capo. Avere la capacità di ‘godere’ delle qualità di tutte le risorse, ascoltare saper analizzare le evidenze della partecipazione di tutte le figure. Questo eleva le persone. Saper ascoltare per migliorare. Team
- Responsabilità. Dare la percezione di essere roccia e non anguilla. Le decisioni sono del leader, sempre e comunque. Ed il leader ama averne. I comandanti veri sono in battaglia con i soldati. Saper Guidare Deleghe. Essersi creato una buona squadra e buoni rapporti aiuterà nella definizione delle deleghe. Ancora una volta le risorse consapevoli e partecipi accresceranno ancora di più il loro valore. Ne godranno risorse quali tempo e prevenzione delle inefficienze. Team
- Empatia. Un leader riconosce ciò che è stato raggiunto dalle parti interessate e si immedesima in loro per comprendere e metterle nel miglio modo possibile di azione nei confronti anche delle problematiche.
- Sincerità. Insieme alla responsabilità è fondamentale per creare rapporti dove tutte le parti interessate si fidino di voi.
- Umiltà. Piedi ben piantati in terra. Siamo essere umani e può capitare di sbagliare. Saper riconoscere i propri limiti è uno dei passi per farsi apprezzare.
- Ispirare. Il leader deve essere punto di ispirazione della fiamma. Insegnare può essere semplice. Il leader ti porta a pensare in un modo e fare cose che non avresti mai pensato d’esser capace.
- Resilienza. Quando il team riconoscerà la leadership, sarà più facile e positivo l’impatto nei confronti di decisioni non sempre popolari presi. Il leader deve andare al di là della criticità immediata e portarla avanti. Resistenza
- Direzione. Il leader conosce bene la direzione da intraprendere dell’organizzazione. Non saltella in balia di quello che accade ma a capacità di valutare tutte le criticità che possono avere un impatto su raggiungimento degli obbiettivi e o approfittare delle opportunità.
Differenza tra leader e capo
Abbiamo visto i punti forti della leadership aziendale e prima di sottolineare le differenze tra leader a capo cercheremo di descrivere entrambe le figure.
Capo. Il capo è quello che molto spesso sbatte le porte. Quello che ha sempre ragione perché è il capo e che grazie alla propria esperienza o posizione ha sempre ragione. Non necessità di consigli da persone sottoposte o da collaboratori.
Perché quando una persona firma gli assegni ha sempre ragione. Il capo ogni qual volta non saprà rispondere ad una situazione avrà il potere di dare la colpa ad altri. Avrà segreti che non deve dire. Perché gli imprenditori questi sono. E se uno non lo sa e perché non lo è. In fin dei conti abbiamo sempre fatto così. E voi aveste fatto quello che ho fatto io nella vita. Gli esempi sarebbero mille.
Questo limiterà la comunicazione aziendale. La possibilità di essere squadra, prevenendo le inefficienze ed apportando utili consigli dalle parti interessate fondamentali per il miglioramento aziendale e dei processi.
Leader Aziendale. Il leader aziendale è quello invece che ha una visione più ambia. L’obbiettivo non è avere devoti. Ma è raggiungere gli obbiettivi. Saper sfruttare positivamente i punti forti delle parti interessate. Il leader è colui grazie al quale le idee vengono fuori ed il meglio di ogni figura aiuterà i processi di miglioramento.
Leader aziendale: chi è al timone della nave?
Avere un team consapevole dei propri ruoli, con una grande capacità, sarà fondamentale per raggiungere un comportamento pro attivo. Il leader aziendale è colui che ANALIZZA, colui che si mette in discussione e si prende le colpe. Colui che si prende responsabilità, e che è il punto di riferimento, che si fa eleggere capitano da gli altri e non viceversa.
Come tutta la struttura delle norme, anche questi requisiti sono in direzione della semplicità, nei confronti al proprio contesto. L’organizzazione deve dotarsi, come sempre, di una buona capacità di analisi. Consigliamo di non affidarsi a realtà ‘Stavejobbistiche’ composte da psicologhi, commerciali sognanti di PNL.
Consigliamo alle aziende, di non considerare il punto 5, tanto per essere conformi alla norma. Sembrano chiacchiere, per taluni, ma in realtà sono il vero know how di un’organizzazione. Che permetterà di delineare l’unione, tra il management, e l’operatività aziendale.
Una sana qualifica del fornitore per difendersi da professionisti che senza nessuna esperienza aziendale tramite frasi e principi di altri, spesso morti o organizzazioni di milioni di persone, vogliono venderci fumo distruggendo la nostra organizzazione e scappando dopo alcuni mesi di ‘lavoro.