I rifiuti di imballaggio rappresentano una delle sfide più urgenti per l’ambiente e per le aziende del settore alimentare. Ogni anno, milioni di tonnellate di materiali di confezionamento finiscono nelle discariche o, peggio, dispersi nell’ambiente, contribuendo all’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria.
Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, gli imballaggi costituiscono circa il 36% dei rifiuti solidi urbani in Europa, con una crescita costante legata all’aumento dei consumi e delle pratiche di e-commerce.

Questo scenario richiede un’azione immediata e strutturata, sia da parte delle istituzioni che delle imprese.
Il Regolamento (UE) 2025/40 è un passo significativo verso una gestione più sostenibile degli imballaggi e dei relativi rifiuti. Questo provvedimento, noto anche come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), introduce una serie di requisiti stringenti per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, promuovendo l’economia circolare e incentivando l’uso di materiali riciclabili e biodegradabili.
Perché gli Imballaggi e i Rifiuti degli Imballaggi sono così Impattanti per l’Ambiente?
Gli imballaggi svolgono un ruolo essenziale nella protezione e conservazione degli alimenti, garantendo la sicurezza e la qualità dei prodotti lungo tutta la filiera.
Il loro impatto ambientale è però spesso sottovalutato. Una delle principali criticità è legata alla produzione di materiali di confezionamento, che richiede l’estrazione di risorse naturali e l’utilizzo di energia, con conseguenti emissioni di gas serra.
Ad esempio, la produzione di plastica deriva dal petrolio, una risorsa non rinnovabile, e contribuisce significativamente al cambiamento climatico.
Un altro aspetto critico è la gestione dei rifiuti post-consumo. Molti imballaggi, specialmente quelli in plastica, non sono riciclabili o vengono smaltiti in modo improprio, finendo per inquinare gli ecosistemi.
Secondo un rapporto dell’UNEP, ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica entrano negli oceani, causando danni irreparabili alla fauna marina e alla biodiversità.
Anche gli imballaggi in carta e cartone, sebbene più facilmente riciclabili, possono avere un impatto negativo se non gestiti correttamente, a causa dell’uso di sostanze chimiche nel processo di produzione.
Infine, il problema della sovrapproduzione di imballaggi aggrava ulteriormente la situazione. Spesso, i prodotti alimentari sono confezionati in modo eccessivo, con strati multipli di materiali non necessari. Questa pratica, nota come “overpackaging”, non solo aumenta il volume dei rifiuti, ma rappresenta anche uno spreco di risorse preziose.
Che Cosa si Intende per Rifiuti degli Imballaggi?
Il concetto di “rifiuti di imballaggio” è definito in modo preciso dal Regolamento (CE) 40/2025. Si tratta di qualsiasi materiale utilizzato per contenere, proteggere, manipolare, distribuire o presentare merci, che diventa rifiuto dopo aver esaurito la sua funzione primaria.
Questa definizione include una vasta gamma di materiali, come plastica, vetro, metallo, carta e cartone, nonché imballaggi compositi, che combinano più materiali.
Un aspetto importante da considerare è la distinzione tra imballaggi primari, secondari e terziari. Gli imballaggi primari sono quelli a diretto contatto con il prodotto alimentare, come le bottiglie di acqua o le confezioni di biscotti.
Gli imballaggi secondari servono a raggruppare più unità di prodotto, come le scatole di cartone che contengono più bottiglie. Gli imballaggi terziari sono utilizzati per il trasporto e la logistica, come i pallet e i film stretch. Tutti questi tipi di imballaggi rientrano nel campo di applicazione del regolamento.
È fondamentale distinguere tra imballaggi riciclabili, compostabili e biodegradabili. Gli imballaggi riciclabili possono essere trasformati in nuovi prodotti attraverso processi industriali, riducendo la necessità di materie prime vergini.
Quelli compostabili, invece, si decompongono in condizioni specifiche, trasformandosi in compost. Infine, i materiali biodegradabili si degradano naturalmente nell’ambiente, ma non sempre in modo innocuo.
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Requisiti del Regolamento (UE) 2025/40 PPWR
Il Regolamento (UE) 2025/40, noto anche come PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), rappresenta una delle normative più ambiziose e strutturate dell’Unione Europea in materia di gestione degli imballaggi e dei relativi rifiuti.
Approvato il 19 dicembre 2024, il regolamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2025, con un periodo transitorio per alcune disposizioni che si estende fino al 2030. Questo provvedimento si applica a tutte le aziende che operano nel mercato europeo, comprese quelle del settore alimentare, e introduce una serie di requisiti stringenti per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi e promuovere l’economia circolare.
Il regolamento (UE) 2025/40 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 dicembre 2024 ed è diventato immediatamente applicabile a partire dal 1° gennaio 2025. Tuttavia, alcune disposizioni prevedono scadenze specifiche per consentire alle aziende di adeguarsi gradualmente. Ecco le principali tappe:
- 1° gennaio 2025: Entrano in vigore le disposizioni generali, tra cui l’obbligo di progettare imballaggi riciclabili o compostabili e l’introduzione di sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR).
- 1° gennaio 2027: Le aziende devono garantire che almeno il 50% degli imballaggi immessi sul mercato sia riciclabile o compostabile.
- 1° gennaio 2030: Tutti gli imballaggi devono essere riciclabili, compostabili o riutilizzabili, e devono essere raggiunti i target vincolanti di riciclaggio per ciascun materiale (ad esempio, il 70% per la plastica).
Il regolamento introduce una serie di obblighi specifici per le aziende, con l’obiettivo di ridurre la quantità di rifiuti di imballaggio generati e promuovere l’uso di materiali sostenibili. Di seguito, una panoramica dettagliata dei principali requisiti:
Progettazione Sostenibile degli Imballaggi
Uno dei pilastri del regolamento è l’obbligo di progettare imballaggi che siano riciclabili, compostabili o riutilizzabili. Questo significa che le aziende devono rivedere i propri processi di design e produzione per garantire che gli imballaggi siano compatibili con i sistemi di riciclaggio esistenti. In particolare:
- Riciclabilità: Gli imballaggi devono essere realizzati con materiali che possono essere facilmente separati e riciclati. Ad esempio, le confezioni multimateriale (come i tetrapak) devono essere progettate in modo da consentire il recupero dei singoli componenti.
- Compostabilità: Per gli imballaggi a contatto con alimenti, è incentivato l’uso di materiali compostabili, che possono essere smaltiti insieme ai rifiuti organici.
- Riutilizzo: Il regolamento promuove l’uso di imballaggi riutilizzabili, come bottiglie di vetro o cassette per il trasporto, che possono essere lavati e riutilizzati più volte.
- Eco-design: Una parte fondamentale della normativa riguarda l’adozione di criteri di eco-design. Le aziende sono invitate a riprogettare i sistemi di imballaggio affinché siano caratterizzati da:
- Un’elevata riciclabilità dei materiali
- L’uso di componenti che riducano la presenza di sostanze pericolose
- Una struttura che ne faciliti la separazione a fine vita
Questi requisiti, supportati da standard tecnici specifici, mirano a garantire che gli imballaggi non solo soddisfino le esigenze di protezione e conservazione dei prodotti, ma che possano essere facilmente reintegrati in processi di produzione circolare.
Le disposizioni tecniche richiedono alle aziende di effettuare verifiche periodiche sulla conformità dei materiali utilizzati e di aggiornare le specifiche tecniche in base agli sviluppi tecnologici e alle indicazioni degli organismi di vigilanza.
Riduzione dell’Overpackaging
Il regolamento introduce misure per contrastare l’eccessivo uso di materiali di imballaggio, noto come overpackaging. Le aziende devono garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano proporzionati al prodotto contenuto. In particolare:
- Limiti dimensionali: Gli imballaggi non devono superare determinati limiti di peso e volume rispetto al prodotto.
- Riduzione degli strati: È vietato l’uso di strati multipli di materiali non necessari, come le confezioni di plastica all’interno di scatole di cartone.
Responsabilità Estesa del Produttore (EPR)
Il regolamento (UE) 40/2025 introduce sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR), che obbligano le aziende a farsi carico dei costi di gestione dei rifiuti di imballaggio. Questo meccanismo prevede che i produttori, gli importatori e i distributori di imballaggi siano responsabili del loro intero ciclo di vita, incluso il recupero e il riciclaggio. In particolare:
- Contributi finanziari: Le aziende devono contribuire economicamente ai sistemi di raccolta, selezione e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio.
- Reporting: È previsto l’obbligo di comunicare i dati relativi alla quantità e alla tipologia di imballaggi immessi sul mercato, nonché ai tassi di riciclaggio raggiunti.
Target di Riciclaggio Vincolanti
Il regolamento stabilisce target vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, con percentuali specifiche per ciascun materiale. Questi obiettivi devono essere raggiunti entro il 2030:
- Plastica: 70% di riciclaggio.
- Carta e cartone: 85% di riciclaggio.
- Vetro: 75% di riciclaggio.
- Metalli: 80% di riciclaggio.
- Legno: 30% di riciclaggio.
Le aziende devono adottare misure per garantire che i propri imballaggi siano compatibili con questi target, ad esempio utilizzando materiali riciclabili e promuovendo la raccolta differenziata.
Etichettatura e Informazione ai Consumatori
Il regolamento prevede l’obbligo di etichettatura chiara e trasparente per informare i consumatori sulla riciclabilità degli imballaggi. In particolare:
- Simboli di riciclabilità: Gli imballaggi devono riportare simboli standardizzati che indicano se il materiale è riciclabile, compostabile o riutilizzabile.
- Istruzioni per lo smaltimento: Le aziende devono fornire indicazioni chiare su come smaltire correttamente gli imballaggi, ad esempio separando i diversi materiali.
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Conclusioni operative e prospettive future
L’adozione del Regolamento (UE) 2025/40 PPWR impone alle aziende di intraprendere un percorso di trasformazione, che implica una revisione delle pratiche tradizionali e l’adozione di soluzioni innovative in ambito di gestione dei rifiuti. Il rispetto degli obblighi normativi e dei requisiti tecnici è destinato a determinare benefici operativi e ambientali, posizionando le imprese all’avanguardia in un mercato sempre più orientato alla sostenibilità.
La predisposizione di piani di adeguamento strutturati e la continua formazione del personale rappresentano elementi essenziali per garantire la conformità alle disposizioni europee.
In quest’ottica, l’implementazione di sistemi di monitoraggio integrati e l’adozione di tecnologie all’avanguardia costituiscono investimenti strategici, in grado di ridurre i costi a lungo termine e di valorizzare l’immagine aziendale sul mercato internazionale.
Le aziende, in linea con le direttive europee, devono affrontare la sfida della transizione verso modelli produttivi sostenibili, definendo percorsi di miglioramento continuo che coinvolgano tutte le fasi della filiera degli imballaggi. Rimanendo in compliance con i requisiti del settore moca.
L’obiettivo generale del regolamento è promuovere un uso più responsabile delle risorse, contribuendo in maniera significativa alla tutela dell’ambiente e alla realizzazione di un sistema economico circolare.
Per ulteriori informazioni, è possibile consultare il testo completo del regolamento sul sito della Commissione Europea: Regolamento (UE) 2025/40.