I simulanti alimentari sono delle sostanze che simulano il comportamento e le caratteristiche di talune classi di alimenti. E vengono utilizzati per verificare l’idoneità di un determinato materiale per il contatto alimentare, venendo poi riportate nelle schede tecniche dei MOCA.
Ogni simulante alimentare ha determinate caratteristiche fondamentali, e viene utilizzato durante i test di migrazione glogale o migrazione specifica.
I simulanti, possono riprodurre caratteristiche di acidità, liquido, basicità, grassi ed altro, e come visto, vengono utilizzati sui materiali per il confezionamento. Attrezzature e o parti di esse.
l test di valutazione è necessario per verificare che un determinato materiale non ‘migri’ sostanze pericolose, tossiche, sull’alimento, diventando un pericolo per la salute del consumatore. E deve essere effettuato effettuando una valutazione preventiva worst case, ovvero testare i materiali nelle peggiori condizioni.
Il mondo dei materiali a contatto è molto frastagliato ed in continua evoluzione, granzie anche all’introduzione di materiali eco sostenibili.
Ma non è detto che un materiale di questa tipologia, non sia pericoloso per la salute umana.
Un pericolo chimico, sempre più sull’occhio del ciclone, e che ha portato a moltissimi richiami di alimenti sui mercati. Per farsene un’idea, basti visionare il portato di allerta rapida, RASFF.
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Simulanti alimentari: perché è importante conoscerli?
L’importanza del conoscere i simulanti alimentari è fondamentale. Durante la valutazione delle materie prime devono essere verificate e valutate tutte le caratteristiche delle stesse. Compresi i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, packaging e materiali in genere.
Perché sono così importanti? Perché taluni materiali possono migrare sostanze chimiche tossiche, metalli pesanti, ed altri nell’alimento. Quest’ultimo una volta contaminato, non avrà nessuna possibilità di essere bonificato. Divenendo un grave pericolo chimico per la salute del consumatore, che può subire un avvelenamento.
Molto spesso durante le nostre attività, riscontriamo che non vengano effettuate delle verifiche efficaci di questi materiali. In genere chi effettua gli acquisti, si ferma a constatare che sia presente una definizione e o dichiarazione di conformità per uso alimentare.
Ma questo assolutamente non assolve gli Osa dalle loro responsabilità. Infatti, deve non solo essere verificata la dichiarazione di conformità ad uso alimentare, ma deve essere verificato l’utilizzo di determinati simulanti rispetto all’alimento da trattare.
Questo perché, benché i materiali a contatto, possono essere certificati per utilizzo alimentare, può sorgere un pericolo di utilizzo con talune categorie di alimento. Verificare le schede tecniche di questi materiali comprensive di test di migrazione assolve questo requisito. E possibilmente, effettuare delle valutazioni analitiche proprie assieme alla shelf life del prodotto.
Quali sono le categorie dei simulanti?
I simulanti alimentari vengono definiti dal Reg CE 10/11 nell’art 3 e dal Reg CE 1416/16 per i rispettivi allegati. Questi composti hanno la capacità di ‘clonare’ le medesime caratteristiche dell’alimento che deve venire a contatto con il materiale.
Il simulante alimentare è necessario per l’effettuazione di test di migrazione chimica, sull’alimento, e quindi per validare l’utilizzo di un determinato materiale al contatto alimentare. Ci sono diverse classi di simulante alimentare che viene attribuito a specifiche categorie alimentari:
- Alimenti acquosi;
- Alimenti acidi;
- Alimenti alcolici;
- Prodotti lattiero-caseari;
- Prodotti oleosi e grassi;
Queste sostanze sono sostituti alimentari che riflettono le proprietà degli alimenti, con le caratteristiche di cui sopra, che dovranno venire a contatto con il materiale. Di seguito l’elenco dei simulanti alimentari come riportato dal CE 1416/16 Tabella 1:
- Simulante A 10% di etanolo (v/v);
- Simulante B acido acetico al 3% (p/v);
- Simulante C etanolo al 20% (v/v);
- Simulante D1 etanolo al 50% (v/v);
- Simulante D2 Qualunque olio vegetale contenente meno del 1 % di sostanza insaponificabile;
- Simulante E poli (2, 6-difenil-p-fenilene ossido), dimensione delle particelle 60-80 maglie, dimensione dei pori 200 nm.
Il regolamento definisce i tempi e le temperature a cui devono essere effettuate le prove di contatto per effettuare i test di migrazione chimica, con i simulanti.
Test di migrazione chimica: che cosa sono?
Il contatto con gli alimenti e la migrazione chimica viene definita, Reg CE 1935/04, come la scissione di sostanze appartenenti al materiale a contatto con l’alimento. Sostanze che possono essere un pericolo per la salute umana, modificare la composizione del prodotto e le sue caratteristiche organolettiche.
Che si effettuino dei test di laboratorio utilizzando dei simulanti alimentari, o dei test con il prodotto reale sono definite due tipologie di migrazione chimica:
- Migrazione globale. Quando si effettua una valutazione della quantità delle sostanze eventualmente cedute, senza definire un’identificazione specifica sul materiale con dei valori massimi europei pari a 60mg per i materiali plastici. E secondo il D.M 21.02.73 per gli altri materiali, in Italia, pari a 50 mg.
- Migrazione specifica. Quando si effettua una valutazione sulla quantità massima autorizzata, di una sostanza specifica, contenuta nel materiale, che può avere una migrazione sull’alimento. In questo caso i valori limiti devono essere ricercati nelle valutazioni di EFSA.
La valutazione effettuata con dei test di migrazione chimica dovrà tenere conto, infatti i regolamenti trattano questo aspetto, dei seguenti fattori:
- le proprietà fisico-chimiche del materiale di a contatto dell’alimento e dell’alimento stesso;
- la temperatura;
- il tempo di conservazione dell’alimento, di passaggio e o di contatto;
- la quantità dell’alimento rispetto alle quantità del materiale a contatto.
Simulanti alimentari: formazione per gli addetti
Consigliamo a tutte le aziende di inserire nei piani di formazione, la corretta conoscenza delle dichiarazioni di conformità alimentare, comprensiva dei simulanti, e delle nozioni necessarie per saper interpretare i test di migrazione chimica.
Così da avere addetti competenti, che in fase di valutazione delle materie prime, qualifica dei fornitori e o semplicemente anche durante gli acquisti di prova di mettere a disposizione alle risorse le competenze e gli strumenti necessari per effettuare questa valutazione.
L’addetto che dovrà effettuare la valutazione, dovrà essere in grado di saper leggere i test di migrazione chimica inviatogli dalle organizzazioni dalle quale vengono acquistati i materiali a contatto con gli alimenti, MOCA.
Non fermandosi solamente alle diciture di conformità alimentare. Ma verificando che il materiale acquistato sia utilizzabile per l’uso che ne dovrà essere fatto. Valutando nella fattispecie anche le schede tecniche, ed i verbali di analisi, riportanti i test effettuati con il simulante alimentare.
Simulante alimentare: certificazioni del settore
Per l’organizzazione, ci sono degli strumenti che gli permetteranno di qualificare aziende del settore packaging capaci di fornire tutte le evidenze necessarie per garantire, la compliance ai requisiti obbligatori, e soprattutto la salute dei propri consumatori.
Questi strumenti sono gli standard di certificazione che devono adottare tutti i produttori e trasformatori di MOCA. Vediamoli brevemente:
- Certificazione BRC Packaging. Standard per i produttori e trasformatori di MOCA della GDO anglosassone;
- Certificazione IFS Packsecure. Standard che definisce i requisiti come sopra ma per la GDO europea;
- FSSC 22000 Packaging. Standard formato dalla norma ISO 22002, norma tecnica di settore ISO 22000, per i prerequisiti, più requisiti definiti da GFSI;
- ISO 22000. La norma per i sistemi di gestione per la sicurezza alimentare;
- Certificazione IFS HPC. Lo standard di sicurezza, qualità sui prodotti di igiene della persona e della casa;
- Certificazione BRC Consumer Product. Lo standard anglosassone che definisce i requisiti di sicurezza, qualità e legalità per i prodotti considerati di largo consumo.
Qualificare un fornitore che abbia le su scritte attestazioni, permetterà di velocizzarne la qualifica, e di avere tutte le evidenze necessarie per assicurare la salute dei consumatori. In quanto, tali evidenze, gli verranno richieste anche da organismi di certificazione terza.
Questa tipologia di pericolo chimico, viene molto spesso inserita anche negli allegati qualità per la qualifica come fornitori di prodotti dalla grande distribuzione, soprattutto per i prodotti a marchio.